Sono arrivata a casa più o meno alle otto e lui era lì, non lavato, non sbarbato, seduto sul divano a fare zapping col telecomando fra le gambe. Il volume era assordante e ho avuto la sensazione che mi avesse sentito arrivare dall'atrio e lo avesse alzato solo per infastidirmi.
"Sono tornata" ho detto, standogli alle spalle.
"Com'è andata?" ha domandato. Non volevo che mi vedesse in faccia perchè sapevo che non sarei riuscita a dissimulare la gioia, e per lui è dura quando mi succedono delle cose belle. "Molto bene" ho risposto. "Ho avuto la parte".
"Cosa?" ha detto.
Ho parlato a voce molto bassa, che a malapena si sentiva. "Ho avuto una parte" ho detto ancora. Ha spento la tv e si è girato a guardarmi, senza sapere lui stesso, ho pensato, come avrebbe reagito.
"Cher parte ti hanno dato?"
"Elena"
"Penso che Sonja abbia più battute" ha detto. Non per la prima volta, mi sono sentita grata che non avessimo figli.
"Guy" ho detto "Elena è un ruolo importante, e io sono perfetta"
"Perchè? Perchè è bella e inutile?"
Mi sono messa a ridere. "Forse".
"E perchè ha sposato un uomo che disprezza."
"Questo è ridicolo. Elena non disprezza Serebrjakov"
"C'era Papp?"
"Si"
"E' un tipo grosso?"
"No, piccolo"
Poi ha sorriso. "Quindi farai Elena al Pblic Theatre" ha detto.
"Quasi non ci credo."
"Chi fa Vanja'"
"Max Brokoff."
"Bene. Chi fa Astov?" Si è alzato e ha posato il telecomando sul televisore, poi, dato che non avevo risposto, mi ha rivolto un'occhiata fredda e sospettosa e ha ripetuto la domanda.
"Edward Day" ho risposto.
"Ah, davvero?" ha detto.
"Sapevo che ti saresti agitato" ho detto io. "Ma non ha importanza. E' successo, e nessuno di noi può farci niente".
Andava avanti e indietro, di fronte a me, cercando qualcosa. "Zio Vanja, zio Vanja" diceva. "Ah, eccole qui". Erano le sue sigarette. Ne ha accesa una e ha soffiato un anello di fumo verso di me, con aria molto fredda e sprezzante. "Se ben ricordo, Astrov ed Elena si baciano due volte" ha detto.
"Si" ho confermato. "Una volta molto brevemente, Vanja li interrompe, e poi quasi alla fine, quando lei sta partendo".
"Quindi bacerai Ed Day due volte a sera per, quanto, sei settimane?"
"Io non sarò io, e Ed non sarà Ed, saremo russi, per l'amor di Dio. Siamo a teatro. Ci baciamo davanti a duecento persone. Se vuoi vederlo, ti procuro un biglietto. Siamo professionisti. Lo sa lui, lo so io e lo sai tu."
"Lo sa lui. E come fa a saperlo?"
"Gliel'ho detto io. Ci siamo presi un caffè e gliel'ho detto."
Il che è vero tesoro, non mentivo. Effettivamente abbiamo preso un caffè e io ti ho detto che dovevamo essere professionali e scordare il passato. Ma la mano mi tremava così tanto che non riuscivo a sollevare la tazza senza farla sbattere sul piattino, e tu mi hai messo la mano sul braccio e hai detto: "Sono passati quasi otto anni. Saranno otto anni giovedì prossimo".
"Avete bevuto un caffè?" ha chiesto Guy.
"Si, al Dante"
"E poi?"
Qui, naturalmente, ho mentito. Ho detto che sono venuta direttamente a casa.
E' andato alla scrivania e ha girato qualche pagina. "Le prove quando cominciano?" ha chiesto.
"Il 15 aprile."
"La prima?"
Non gli potevo rispondere. L'ho fissato e ho avuto la sensazione che il sangue avesse smesso di scorrermi nelle vene. Sapevo esattamente cos'aveva intenzione di fare e sapevo di non poterlo fermare. Mi starà dietro come un'ombra per tutta la produzione. Tesoro mio, non saremo mai soli!
Ha sollevato lo sguardo dal calendario col suo sorriso gelido. "Più o meno a fine maggio?" ha chiesto.
"Esatto" ho risposto. Mi sono abbandonata all'odio che provavo per lui.
Perchè, mi chiedevo, sono legata a quest'essere spregevole? Paradossalmente ho desiderato che non ti avesse salvato quella notte, così lontana nel tempo, quando eravamo tutti così innocenti - o per lo meno lo eravamo io e te. A volte penso che Guy sia nato crudele. Se non ti avesse salvato, non saremmo in debito con lui e potremmo dirgli di andare al diavolo, ma naturalmente non ci sarebbe nessun "noi", perchè tu non saresti qui. Dato che ti ha salvato la vita non lo posso disprezzare del tutto, e ora capisco una cosa che non ho mai capito prima, che non sono mai complettamente me stessa quando sono lontana da te, che la tua vita mi è cara tanto quanto la mia.
Come se mi leggesse nella mente - a volte penso che ci riesca - ha detto: "Gli salvo la vita e lui si scopa mia moglie. Ti sembra bello Madeleine?".
"E' finita" ha detto "E' finita da tempo".
"Davvero?" ha chiesto. "Bè, se è così sarai felice di sapere che posso accompagnarti. Si dà il caso che la mia agenda sia completamente libera".
Due baci, amore mio. Due baci di fronte a duecento sconosciuti, sei sere la settimana e due volte di sabato. Ecco quello che ci aspetta, ecco quello che ci sarà consentito. La mia sarà la Elena più intrappolata, frustrata e abbattuta che il palcoscenico abbia mai conosciuto, e quei baci rubati con Astrov saranno così brucianti di passione e di desiderio crudelmente represso che il pubblico penserà che cent'anni fa Anton Cechov si sia seduto allo scrittoio pensando a Madeleine che implora il diritto di vivere libera dalla famiglia, dal dovere e dall'apatica tirannia del suo irritante marito, il diritto di vivere solo per l'amore.
Quanto li sbalordiremo quando le nostre labbra si incontreranno e il cuore ci batterà forte, i sensi accesi dal desiderio reciproco - proprio come questo pomeriggio, sulla porta di quella magnifica stanza d'albergo - mentre Guy sarà lì, in prima fila, sera dopo sera, e non potrà far altro che guardare. Sarà il nostro trionfo segreto su di lui, e nessuno saprà quanto ci costa e perchè dobbiamo pagarne, pagarne e ancora pagarne il prezzo.
Ma sappi, amore mio adorato, che il giorno in cui dirai che abbiamo pagato a sufficienza, al diavolo Anton Checov e Guy, quel giorno troverò il coraggio, diò addio con sollievo alla mia coscienza e sarò per sempre e completamente tua.
E' andato alla scrivania e ha girato qualche pagina. "Le prove quando cominciano?" ha chiesto.
"Il 15 aprile."
"La prima?"
Non gli potevo rispondere. L'ho fissato e ho avuto la sensazione che il sangue avesse smesso di scorrermi nelle vene. Sapevo esattamente cos'aveva intenzione di fare e sapevo di non poterlo fermare. Mi starà dietro come un'ombra per tutta la produzione. Tesoro mio, non saremo mai soli!
Ha sollevato lo sguardo dal calendario col suo sorriso gelido. "Più o meno a fine maggio?" ha chiesto.
"Esatto" ho risposto. Mi sono abbandonata all'odio che provavo per lui.
Perchè, mi chiedevo, sono legata a quest'essere spregevole? Paradossalmente ho desiderato che non ti avesse salvato quella notte, così lontana nel tempo, quando eravamo tutti così innocenti - o per lo meno lo eravamo io e te. A volte penso che Guy sia nato crudele. Se non ti avesse salvato, non saremmo in debito con lui e potremmo dirgli di andare al diavolo, ma naturalmente non ci sarebbe nessun "noi", perchè tu non saresti qui. Dato che ti ha salvato la vita non lo posso disprezzare del tutto, e ora capisco una cosa che non ho mai capito prima, che non sono mai complettamente me stessa quando sono lontana da te, che la tua vita mi è cara tanto quanto la mia.
Come se mi leggesse nella mente - a volte penso che ci riesca - ha detto: "Gli salvo la vita e lui si scopa mia moglie. Ti sembra bello Madeleine?".
"E' finita" ha detto "E' finita da tempo".
"Davvero?" ha chiesto. "Bè, se è così sarai felice di sapere che posso accompagnarti. Si dà il caso che la mia agenda sia completamente libera".
Due baci, amore mio. Due baci di fronte a duecento sconosciuti, sei sere la settimana e due volte di sabato. Ecco quello che ci aspetta, ecco quello che ci sarà consentito. La mia sarà la Elena più intrappolata, frustrata e abbattuta che il palcoscenico abbia mai conosciuto, e quei baci rubati con Astrov saranno così brucianti di passione e di desiderio crudelmente represso che il pubblico penserà che cent'anni fa Anton Cechov si sia seduto allo scrittoio pensando a Madeleine che implora il diritto di vivere libera dalla famiglia, dal dovere e dall'apatica tirannia del suo irritante marito, il diritto di vivere solo per l'amore.
Quanto li sbalordiremo quando le nostre labbra si incontreranno e il cuore ci batterà forte, i sensi accesi dal desiderio reciproco - proprio come questo pomeriggio, sulla porta di quella magnifica stanza d'albergo - mentre Guy sarà lì, in prima fila, sera dopo sera, e non potrà far altro che guardare. Sarà il nostro trionfo segreto su di lui, e nessuno saprà quanto ci costa e perchè dobbiamo pagarne, pagarne e ancora pagarne il prezzo.
Ma sappi, amore mio adorato, che il giorno in cui dirai che abbiamo pagato a sufficienza, al diavolo Anton Checov e Guy, quel giorno troverò il coraggio, diò addio con sollievo alla mia coscienza e sarò per sempre e completamente tua.
Madeleine