martedì 24 gennaio 2012

“Mi accorgo di una sua carezza che mi asciuga. Dormo per qualche respiro.
Poi cerco i panni, abito lontano.
  - Resta, dice.
Se vuoi compagnia, sì, se no per me è meglio non ingombrare.
  - Voglio che mi ingombri le lenzuola, dice.
Poi chiede se ho voglia di parlare un poco.
Un poco. Chiedo com’è che è sola.
  - E’ per lavoro.
Guadagni con la solitudine?
  - No, cogli uomini, vado con gli uomini per soldi. Non in strada, vado agli appuntamenti.
Sto zitto, certo non mi sta presentando il conto.
Chiede se mi fa schifo.
No.
  - Così lo sai adesso.
No, dico, io so adesso la tua intenzione di dirmelo e questa è più grande della notizia. Laila non ho niente di mio per pareggiare questo.
  - Non vuoi, dice.
E’ anche così dico.
  - Non importa, basta che non ti faccio schifo.
Restiamo stesi a metà di un abbraccio.
  - Lei dice “Tienimi” e io la piglio anche con l’altro braccio e me la stendo sopra.
E la stringo un poco: va bene un “tienimi” così?
  - Sorride di sì dritto dentro un orecchio.
Così mi innamoro di te, dico.
E’ una bugia, ma la dico lo stesso.
  - Gli uomini non si innamorano di una che fa il mestiere, dice.
I clienti no, dico, ma uno scroccone di giardiniere, può succedere.”

(Erri De Luca – Tre cavalli)

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