martedì 24 gennaio 2012

Se puoi vedere, guarda. Se puoi guardare, osserva.

“Il disco giallo si illuminò. Due delle automobili in testa accelerarono prima che apparisse il rosso. Nel segnale pedonale comparve la sagoma dell’omino verde. La gente in attesa cominciò ad attraversare la strada camminando sulle strisce bianche dipinte sul nero dell’asfalto, non c’è niente che assomigli meno a una zebra, eppure le chiamano così. Gli automobilisti, impazienti, con il piede sul pedale della frizione, tenevano le macchine in tensione, avanzando, indietreggiando, come cavalli nervosi che sentissero arrivare nell’aria la frustata. Ormai i pedoni sono passati, ma il segnale di via libera per le macchine tarderà ancora alcuni secondi, c’è chi dice che questo indugio, in apparenza tanto insignificante, se moltiplicato per le migliaia di semafori esistenti nella città e per i successivi cambiamenti dei tre colori di ciascuno, è una delle più significative cause degli ingorghi, o imbottigliamenti, se vogliamo usare il termine corrente, della circolazione automobilistica”.

 
Così comincia  ”Cecità” di José Saramago (1995, pubblicato in Italia da Einaudi nel 1996). In una città qualunque di un paese qualunque un guidatore qualunque nella sua vettura qualunque sta fermo al semaforo è in attesa del verde.  

All’improvviso si accorge di non vederci più come prima. Pensa che sia soltanto un malessere passeggero. Invece, sta diventando cieco. E’ infatti rimasto vittima di un male sconosciuto, che lo avviluppa in un candore luminoso, un “mal bianco” che si rivelerà contagioso. Poco per volta, l’epidemia si diffonde e i ciechi sono rinchiusi in un ex manicomio. “Scoprono se se stessi e in se stessi – come ha scritto il critico Cesare Segre –  la repressione sanguinosa e l’ipocrisia del potere, la sopraffazione, il ricatto e, peggio di tutto, l’indifferenza”. 
E’ la metafora della nostra condizione attuale, l’oscurità in cui ci siamo cacciati, la notte dell’etica in cui siamo sprofondati. 
Nel libro, paradossalmente,  il mondo del buio illumina le vittime e rivela molte cose sul mondo che credevano di vedere.
Del resto, l’antica saggezza del Libro dei Consigli, diceva : “Se puoi vedere, guarda. Se puoi guardare, osserva”

Non a caso, José Saramago ha scelto questa citazione come distico all’inizio della sua opera.

1 commento:

  1. la traduzione italiana del romanzo ha cambiato il testo messo da Saramago che era
    Se podes olhar, vê. Se podes ver, repara. Livro dos Conselhos
    se puoi guardare, vedi. Se puoi vedere, osserva.

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