domenica 29 gennaio 2012

.. diventando vecchia e meno autosufficiente, ho iniziato a scoprire la montagna in sè per sè. Tutto per me è divenuto bello: i profili, i colori, le acque e le rocce, i fiori e gli uccelli. La conoscenza dell'altro è infinita. E ho scoperto che l'esperienza che l'uomo ne ha, ingrandisce le rocce, i fiori, gli uccelli.
L'oggetto della conoscenza aumenta con la conoscenza.
.. E' un viaggio nell'Essere; perchè più a fondo penetro nella vita della montagna, più penetro nella mia stessa vita. Per un'ora sono oltre il desiderio .. non sono fuori da me stessa, ma dentro di me.
Io sono.

Non ho visto un'anima.
Un'intera giornata in montagna sarebbe un racconto da brivido se non ci fosse nessuno a cui raccontarlo!

Prima pensavo di andare in montagna per pensare.  Ma riflettendoci più attentamente ho capito che, a prescindere dall'intenzione, l'effetto era l'opposto: ci vado per non pensare. La mente si svuota, si riempie di nuovo, si riordina. I file superflui o temporanei finiscono nel cestino; il cervello si deframmenta.
E' un'esperienza purificante.

James Robertson


Dove vanno le persone quando camminano in montagna? Quando sono sole, come quasi sempre lo sono io, dove vanno, se non dentro se stesse? Capita spesso che durante le gite non incontri praticamente nessun altro. Siamo solo io e le montagne, quale che sia la fiscità o filosofia che ci unisce o ci separa.
Per me andare in montagna è come andare a casa; in quella casa di Reinswald.
Vado, sparisco per un pò, torno e al contempo sono stata a casa e ci devo ancora andare ...

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