“Non dobbiamo provare a vivere come qualcosa di diverso da quello che siamo. Non sarebbe forse bestemmiare Dio? Siamo esseri umani, Aurelio. Prima dobbiamo vivere… e poi, sì poi possiamo filosofare.” scriveva Flora Emilia, concubina di Aurelio (Sant'Agostino prima della conversione!) e madre del loro unico figlio.
Flora Emilia non ha dubbi: la vita va vissuta sino in fondo, nella propria interezza. E’ questo l’imperativo che sente nell’anima e nella carne con la forza di una disillusione disperata. Ma è davvero giusto distinguere tra corpo e spirito? La donna risponde senza incertezze: non esiste pensiero scisso dalla fisicità né amore puramente mentale.
Ecco il nucleo pulsante della lettera scritta all’ex amante dopo aver letto le Confessioni, opera in cui il venerabile padre della chiesa esamina il proprio passato con la severità di un giudice spietato.
Per il vescovo di Ippona Flora non è persona ma diavolo, non creatura che ama, sogna, soffre, ma legame destabilizzante con il mondo; laccio che inchioda alla terra e impedisce di elevarsi al cielo.
In altri termini, è rea di ostacolare la necessaria elevazione cui Agostino si sente destinato nell’alienazione della propria santità.
Che fine hanno fatto le promesse di Aurelio, chiede Flora nella sua lettera?
E come possono essere evaporate dinnanzi all’egoismo di una salvezza da ottenere ad ogni costo?
Perché, poi, questo dio cristiano che parla d’amore deve chiedere alle sue creature sacrifici tanto assurdi?
Il disperato bisogno di ingannare la morte fa dimenticare al tormentato autore delle Confessioni come anche la santità abbia un prezzo e non esistano azioni assolutamente giuste o sbagliate.
Gli fa dimenticare la colpevolezza nei confronti di colei che aveva amato in nome della propria brama di salvezza.
“Riesci a ricordare come mi accarezzavi tutto il corpo e come, per così dire, stimolavi tutti i boccioli prima che si aprissero? Come ti piaceva cogliermi! Come ti lasciavi inebriare dai miei profumi! Come ti nutrivi dei miei umori! Poi te ne sei andato, vendendomi per la salvezza della tua anima. Che infedeltà, Aurelio, che errore! No, io non credo in un Dio che pretende sacrifici umani. Non credo in un Dio che, per salvare l’anima di un uomo, costringe una donna a sprecare la propria vita.”
da: Vita Brevis di Jostein Gaarder
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