Mercoledì 1 febbraio è morta nella sua casa di Cracovia una grande poetessa: Wislawa Szymborska. Aveva 88 anni ed era stata insegnita del Premio Nobel per la Letteratura nel 1996.
E' nata nel 1923 a Kornik, vicino a Poznan; iniziò a pubblicare le sue poesie nel 1945 su un quotidiano. Si impose all'attenzione del suo paese a partire dal 1956 con raccolte come «Richiamo allo Yeti», «Sale» e «Gran divertimento», nelle quali il quotidiano viene raccontato attraverso profonde riflessioni morali e poetiche.
Usava il verso libero e sapeva cogliere nelle piccole cose il miracolo dell'esistenza.
Nelle sue liriche, spesso brevi come aforismi, dà voce con profonda lucidità e ironia a problemi morali della nostra epoca partendo da avvenimenti semplici, dagli accadimenti e osservazioni del quotidiano.
Aveva pensato per tempo al suo epitaffio, scritto naturalmente in versi:
"Qui giace come virgola antiquata/
l'autrice di qualche poesia.
La terra l'ha degnata/
dell'eterno riposo, sebbene la defunta/
dai gruppi letterari stesse ben distante./
E anche sulla tomba di meglio non c'è niente/
di queste poche rime, d'un gufo e la bardana./
Estrai dalla borsa il tuo personal, passante,/
e sulla sorte di Szymborska medita un istante".
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