giovedì 22 dicembre 2011

Riso

La ragazzina che ero -
la conosco, ovviamente.

Ho qualche fotografia
della sua breve vita.
Provo un'allegra pietà
per un paio di poesiole.
Ricordo alcuni fatti.

Ma,perchè chi è qui con me
rida e mi abbracci
rammento solo una storiella:
l'amore infantile
di quella bruttina.

Racconto

com'era innamorata di uno studente,
cioè voleva che
lui la guardasse.
Racconto

come gli corse incontro
con una benda sulla testa sana
perchè almeno, ah, le chiedesse
cos'era successo.
Buffa piccina.

Come poteva sapere
che anche la disperazione dà benefici
se si ha la fortuna
di vivere più a lungo.
Le pagherei un dolcetto.

Le pagherei il cinema.
Vattene, non ho tempo.
Eppure vedi

che la luce è spenta.
Certo capisci
che la porta è chiusa.
Non scuotere la maniglia -
quello che ha riso,
quello che mi ha abbracciato,
non è il tuo studente.
Faresti meglio a tornare

da dove sei venuta.
Non ti devo nulla,
donna qualunque,
che sa solo quando tradire un segreto altrui.
Non guardarci così

con quei tuoi occhi
troppo aperti,
come gli occhi dei morti.

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