mercoledì 14 marzo 2012

un nuovo Mondo Tondo


La danse, Henri Matisse
Applausi. Urla di giubilo e fischi di consenso. Era la prova più importante della sua vita, forse la più difficile. Ma quanti saranno? Un pubblico è sempre un pubblico ma per chiamarsi un "gran bel pubblico" quanti spettatori ci devono essere in sala? Trecento persone sono un pubblico? Dalle urla sembravano molte di più. Mille, duemila, ma che importanza aveva, ormai era chiamata in palcoscenico anche se a lei sembrava di doversi recare al patibolo.
Eccoti, si disse, sei la prima attricedi in un pezzo che non volevi recitare. Un monologo muto come una grande attrice di quel cinema che più della parola valeva l'intensità espressiva del viso e la mimica del corpo.
La parola, del resto, l'aveva persa da un pò di tempo: ciò che restavano intensamente espressivi erano i suoi occhi, le sue labbra e il suo corpo straordinariamente vivi in un cuore stuprato. Alzò le spalle e raddrizzò la schiena, passò la mano destra sul capo, accarezzò i capelli ed entrò.
Silenzio. Stupore.
Sembra una folla e non un pubblico, pensò, e tutto sommato non sembravano così tanti. Non c'erano nè luci e nè riflettori, una luce naturale e strana come un connubio tra il sole e la luna: calore lattiginoso, luce e mistero. Cercò tra la folla uno sguardo amico spostando lentamente la testa a destra e a sinistra per carpire ed impossessarsi dei pensieri espressi da quelle migliaia di occhi. Era come sorda, non sentiva più nulla anche se le bocche ridevano, parlavano, incitavano ma lei non sentiva nulla: aveva sigillato il senso dell'udito e si concentrava solo sugli sguardi sforzando di leggere dentro le anime.
Da qualche anno aveva attraversato un territorio di nessuno e si trovava a non essere più quella di prima e di non sapere più chi fosse e cosa sarebbe diventata. A lei sembrava di aver vissuto questi anni con lentezza, come al rallentatore, ma in realtà aveva attraversato l'universo in una notte sola ed era stato il suo troppo sentire che l'aveva bloccata come una statua di sale tra i vivi. Aveva vissuto fino in fondo tutto il peso emotivo di una crisi, di un dolore e le uniche presenze erano state coloro che vedevano per lei, in silenzio senza mai abbandonarla.
Angeli. Angeli senza ali, dove siete?
Le sue  mani erano chiuse a pugno quasi per farsi coraggio e cominciò a muoversi.
Sorrise, come faceva sempre nei momenti più drammatici e imbarazzanti. Lei sorrideva. Sorrideva anche adesso che era nuda: il suo corpo così esposto non provava nè vergogna, né imbarazzo.
Non aveva nulla da nascondere, lei. Camminava a testa alta sfidando chi avrebbe voluto umiliarla e scalfirla. Amava e temeva le sfide estreme, disapprovava le competizioni, soprattutto quando erano simulazioni o emulazioni di qualcosa o di qualcuno..
Il suo silenzio, anche quando non era voluto, le aveva permesso di sentire anche chi si celava dietro ai testardi silenzi; altro non erano che  essenze di assenza.
Anche adesso  sentiva le vibrazioni lungo il suo corpo, come carezze, baci e parole di un amante attento.
Dove sei, dove siete, si domandò, e piano piano inizio ad allargare le braccia come voler raccogliere energia vitale e le sue gampe iniziarono a muoversi come una danza rotonda mentre il suo respiro diventava sempre più profondo: inspirare, espirare, inspirare con le narici, espirare in profondità fino a sentire tutte le sue parti sensibili in movimento come una danza sensuale dentro di sè.
Dove sei. Dove siete.
Raccogliere e lentamente allontanare con le braccia quell'alito di vita per ricordare tutti i momenti più belli e girare le spalle a quelli più tristi per sentirsi nuovamente felice.
Ferma. Non divagare. Concentrati. Ferma.
Iniziò ad inventare movimenti come passi di danza in una coreografia estemporanea in onore alla vita. E così la videro tutti. Danzava sulle note di una musica che nessuno sentiva, danzava ritmi antichi fatti di flauti e  percussioni.
Apnea. Com'era bello sentirsi nuovamente un pò viva.
Diede  inizio ad una nuova alba.

(l.m. -  Un nuovo Mondo Tondo)

Nessun commento:

Posta un commento