giovedì 22 dicembre 2011

Accanto a un bicchiere di vino

Con uno sguardo mi ha reso più bella,
e io questa bellezza l'ho fatta mia.
Felice. Ho inghiottito una stella.

Ho lasciato che mi immaginasse
a somiglianza del mio riflesso

nei suoi occhi. Io ballo, io ballo

nel battito di ali improvvise.

Il tavolo è tavolo, il vino è vino
nel bicchiere che è un bicchiere
e sta lì dritto sul tavolo.
Io invece sono immaginaria
incredibilmente immaginaria,
immaginaria fino al midollo.

Gli parlo di tutto ciò che vuole:
delle formiche morenti d'amore
sotto la costellazione del soffione.
Gli giuro che una rosa bianca,
se viene spruzzata di vino, canta.

Mi metto a ridere, inclino il capo
con prudenza, come per controllare
un'invenzione. E ballo, ballo
nella pelle stupita, nell'abbraccio
che mi crea.

Eva dalla costola, Venere dall'onda,
Minerva dalla testa di Giove
erano più reali.

Quando lui non  mi guarda,
cerco la mia immagine
sul muro. E vedo solo
un chiodo, senza quadro.

Nessun commento:

Posta un commento