“Si fece silenzio. Si sentiva solo il masticare e lo sbuffare dei cavalli e il russare dei dormienti; da qualche parte, lontano, una pavoncella piangeva e di tanto in tanto echeggiava il pigolio delle tre beccacce giunte a controllare se gli ospiti indesiderati se ne fossero andati; balbettando dolcemente il ruscello gorgogliava, ma tutti questi suoni non turbavano la quiete, non scuotevano l’aria impietrita al contrario facevano sprofondare la natura nel torpore.”
(da: La steppa di Anton Checov)
Il silenzio è la dimora del tempo sospeso, non è a s s o l u t t a m e n t e il luogo della passività o dell’isolamento, ma è lo spazio originario dove ridare voce all’essenziale, alla dimensione più vera di noi stessi, al senso complessivo del vivere.
C’è il silenzio dei sentimenti e quello del rispetto, il silenzio dell’autorità e quello della buona educazione, il silenzio dell’amico e quello dello psicologo, il silenzio dello stupore e quello dell’imbarazzo, il silenzio del sapiente e quello dello sciocco, quello del coraggioso e quello del codardo.
C’è un’intera gamma di sentimenti, sensazioni e significati che senza silenzio sarebbe impossibile.
Il silenzio aumenta le nostre possibilità di comunicare.
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