Katsushika Hokusai, the great wave off Kanagawa |
Diedi un nome al mio sogno. Lo chiamai il raggiungimento della felicità.Sognavo di farlo proprio così: stretta al mio albero.
Salpai l’ancòra. Attraversai il mare senza conoscerne la vastità.Incontrai la paura di essere sola. Toccai le sponde dei miei limiti.
Accolsi come amici gli spettri dei miei dubbi ed incertezze per poi lasciarmi scomparire laggiù, dove i sogni incontrano le balene, oltre la grande curva del mondo…
Accolsi come amici gli spettri dei miei dubbi ed incertezze per poi lasciarmi scomparire laggiù, dove i sogni incontrano le balene, oltre la grande curva del mondo…
Un segno di ciò che si preparava, il destino l’aveva lasciato: le gru e la loro forma in volo mentre si dispongono disegnando in cielo un angolo acuto. Un simbolo, chissà, una lettera greca Y, la lettera di Pitagora…
Teoremi indefiniti da risolvere. Teorie da incastrare. Vento da ingabbiare nelle vele fin su la cresta dell’onda… nell’infinità di blu, fra mare e cielo…
C’è un mare poco conosciuto, che racconta storie fuori dal comune. Storie di delfini che si spiaggiano,di tartarughe ferite, di incontri inattesi,di squali, pesci luna e megattere.
E’ un mare meno noto, insospettato,teatro di incontri fra uomini animati da una passione e inconsueti animali marini.
E’ un mare che non ti aspetti.
(M. Affronte)
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