Guardo la realtà ma coltivo il sogno,
insofferente alle catene di una normalità distorta.
Non mi guida il moralismo,
nè un'enfasi lirica che compiace solo a sè stessa;
ma un'inconscio ricordo di un'armonia perfetta e struggente,
una sensibilità tanto semplice quanto immediata.
Conservo in me quello spirito ribelle
che si muove sempre fuori dal tempo,
in una preistoria di emozioni
non ancora violate, piegate o offuscate.
Guardare attraverso gli occhi di una poesia.
La capacità di "sentire",
di muoversi senza indossare corazze,
cercando - con ostinazione - lo spazio
dove Amore e Dolore
Innocenza e Passione
siano attori di una medesima storia.
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