venerdì 23 dicembre 2011

Il silenzio delle piante

La conoscenza unilaterale tra voi e me
si sviluppa abbastanza bene.

So cosa sono foglia, petalo, spiga, stelo, pigna, 
e cosa vi accade in aprile, e cosa in dicembre.

Benchè la mia curiosità non sia reciproca,

su alcune di voi mi chino apposta,
e verso altre alzo il capo.

Ho dei nomi da darvi:

acero, bardana, epatica,
erica, ginepro, vischio, nontiscordardimè,  
ma voi per me non ne avete nessuno.

Viaggiamo insieme.

E quando si viaggia insieme si conversa,
ci si scambiano osservazioni almeno sul tempo,
o sulle stazioni superate in velocità.

Non mancherebbero argomenti, molto ci unisce.

La stessa stella ci tiene nella sua portata.
Gettiamo ombre basate sulle stesse leggi.
Cerchiamo di sapere qualcosa, ognuno a suo modo,
e ciò che non sappiamo, anch'esso ci accomuna.

Io spiegherò come posso,
ma voi chiedete
che significa guardare con gli occhi,
perchè mi batte il cuore
e perchè il mio corpo non ha radici.


Ma come rispondere a domande non fatte,
se per giunta si è qualcuno
che per voi è a tal punto nessuno.


Epifite, boschetti, prati e giuncheti -

tutto ciò vi dico è un monologo
e non siete voi che lo ascoltate.

Parlare di voi è necessario e impossibile.
Urgente in questa vita frettolosa
e rimandato a mai.

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